Il settore delle revisioni è in affanno: mancano all’appello circa 2000 responsabili tecnici, figure chiave per la verifica e la sicurezza dei veicoli e si stima che siano oltre 3.000 quelli che mancheranno nel prossimo biennio.
Considerando che il numero di centri di revisione in Italia è di 9.000 unità (circa), significa che già oggi oltre il 20% dei centri di revisione rischia o rischierà nei prossimi anni la chiusura per la mancanza di figure specialistiche.
Un’emorragia che toccherà i piccoli centri che dipendono da una sola figura responsabile.
Mentre aumenterà il peso specifico dei grossi centri che possono contare su una pluralità di responsabili tecnici, che probabilmente sono situati in zone favorevoli per il traffico di clienti e che potranno sempre meglio specializzarsi nella conquista di nuovi clienti.
In questo scenario, gli Ispettori delle Revisioni diventeranno merce rara, e vedranno aumentare il proprio potere contrattuale, almeno per un certo periodo di tempo futuro.
La riduzione del numero di centri è un problema serio, con possibili ripercussioni sulla sicurezza stradale e che causerà una forte riduzione degli affari anche per la rete degli stakeholders del settore, tra i quali l’indotto delle attrezzature.
Inoltre, questa situazione genera un principio di difficile vendibilità dell’attività in quanto strettamente connessa alla presenza dei dipendenti con la qualifica di Ispettore: senza dei quali è un contenitore vuoto.
Il problema affonda le radici nei seguenti fattori principali:
Ripercorriamo la storia per vedere meglio i numeri.
Alla fine del primo decennio degli anni 2000, le Regioni italiane hanno iniziato ad avviare la formazione specifica per diventare Responsabili Tecnici, oggi Ispettori delle Revisioni (in questo articoli usati come sinonimi).
Anche in quella fase esistevano regole che andavano a restringere l’accesso solo a chi possedesse determinati requisiti, ma poi con un corso di appena 30 ore di lezione e il superamento di un esame interno, si poteva accedere alla professione con Titolo.
Questo ha generato l’inserimento di circa 12.000-15.000 figure specialistiche in Italia tra il 2010 e il 2018. I numeri sono tuttora incerti in quanto non essendo ancora definitivo il progetto del RUI (Registro Unico Ispettori) è difficile stimare precisamente il volume totale.
E’ altresì difficile stimare i volumi dei “sostituti tecnici”, oggi figura non più esistente, che coesistevano in quei numeri generali.
I circa 12-15.000 Ispettori spalmati su circa 9.000 Centri di revisione Veicoli leggeri esistenti, porta al fatto che ogni centro in media sia dotato 1,3 Responsabili Tecnici.
Sappiamo bene che non sia così.
La maggior parte dei centri di revisione in Italia ha infatti 1 solo responsabile tecnico e solo quelli di grandi dimensioni riescono ad avere più di una figura interna.
Nel periodo 2019-2021 i corsi sono stati interrotti.
E’ stato possibile riprendere a farli nel 2021 a valle dell’emanazione del nuovo accordo stato regioni e poi dell’ottenimento degli accreditamenti degli Enti presso le Regioni.
Ma solo nel 2022 sono stati programmati i primi esami di stato.
Di fatto quindi per 4 anni non sono stati immessi nel mercato nuovi Responsabili Tecnici: nel frattempo però molti professionisti sono usciti dal settore: per pensionamento o dimissioni volontarie.
Nel 2019 è stato recepito l’ordinamento europeo in materia di corsi di formazione che ha dato vita al “nuovo” accordo Stato-Regioni.
Tale revisione ha profondamente cambiato le modalità dei corsi, che sono le seguenti:
La “filosofia” a monte di questa scelta è “generare una classe dirigente dotata di alte competenze” e quindi che “solo i migliori possano avere accesso alla professione”.
Questo anche con l’obiettivo consapevole – da parte delle autorità che normano il settore – di ridurre il numero di centri di revisione esistenti.
Da qui ne discendono le scelte sui filtri molto restrittivi:
Questo ha fortemente aggravato la condizione del settore perché molti aspiranti “Ispettori delle Revisione”, pur avendo già ampia esperienza o un titolo di studio corretto, non avranno mai entrambi i requisiti per intraprendere la carriera ed essere a disposizione dei centri attualmente esistenti.
Se nel periodo 2010-2018 sono stati abilitati circa 12-15.000 responsabili tecnici, nel periodo 2021-2023 ne sono entrati su mercato italiano appena 250.
Un numero penalizzato anche dallo scarso numero di appelli d’esami annuale.
Nel medesimo periodo triennale con le vecchie regole erano entrati circa 1200 nuovi responsabili.
Nel 2021 la figura del sostituto è stata eliminata del tutto.
Da qui è diventato obbligatorio avere presente durante le revisioni la figura del Responsabile abilitato.
La maggior parte dei centri di revisione in italia però ha all’attivo 1 solo responsabile e quindi questo determina, pur di poter lavorare:
E questo punto, in particolare, ha avviato anche una pratica non corretta nella gestione delle sedute.
L’età media dei responsabili tecnici è piuttosto alta, e molti di loro si apprestano a lasciare il lavoro per raggiunti limiti di età. Un esodo che rischia di creare un vuoto incolmabile, data la carenza di figure professionalmente qualificate pronte a subentrare.
Ma quante sono le persone che sono uscite dal mercato del lavoro per pensionamento dal 2019 ad oggi?
Ogni giorno in Italia vanno in pensione circa 1.000 persone, ossia 365.000 all’anno.
La percentuale di persone che lasciano il lavoro per pensione, rispetto ai lavoratori occupati è del 1,4%.
Utilizzando questa metrica nel nostro settore significa che ogni anno circa 200 persone vanno in pensione. Dato che tenderà ad aumentare a causa dell’età media dei Responsabili Tecnici.
Questo ha provocato che:
Il che porta ad un differenziale complessivo di circa:
1000 usciti e solo 250 entrati.
Solo per motivi di pensionamento si è creato un buco di 850 professionisti.
In Europa il tasso di dimissioni riguarda oltre il 2% dei lavoratori.
Anche nel nostro settore di mercato a causa delle condizioni lavorative non sempre favorevoli, di stipendi non sempre adeguati alle responsabilità e orari flessibili, spingono molti ad abbandonare il settore in cerca di opportunità migliori.
A questo si sommino coloro che mollano l’attività di Ispettori dei veicoli leggeri per entrare da Privati come Ispettori dei Veicoli Pesanti.
Circa 300 lavoratori ogni anno abbandonano il settore delle revisioni:
Il saldo 2019 – 2023 è che mancano circa 1.550 professionisti.
Nel periodo 2019-2023 quasi 2.400 responsabili tecnici sono venuti a mancare.
Con il medesimo andamento, è atteso che nel 2025 ne mancheranno oltre 3.500 a fronte di circa 160 nuovi Ispettori in ingresso nei prossimi 2 anni.
Questo porterà ad un saldo di 3.340 unità mancanti nel 2025, per gestire il mercato così come è oggi.
Quando un centro di revisioni perde il proprio responsabile per ragioni sopradette e non riesce a integrarlo con nuove figure, spesso continua a lavorare.
Una quota significativa di centri di revisione opera senza un responsabile tecnico in regola, ricorrendo a escamotage illegali, non comunicando alla provincia l’assenza dell’Ispettore.
Il RUI (Registro Unico del Ispettori) sarà uno strumento epocale di passaggio per bonificare la situazione: in quanto tutti i Responsabili Tecnici saranno censiti e si saprà con esattezza presso quale centro lavorino regolarmente.
A causa dell’impossibilità di trovare nuove figure responsabili da integrare, molte attività in Italia chiuderanno.
Le aziende familiari legate alla presenza di un solo Responsabile Tecnico sono quelle maggiormente soggette.
Ma 1 centro di revisioni da lavoro a una pluralità di lavoratori, oltre al responsabile tecnico, principalmente negli ambiti:
Quindi il crollo delle imprese delle revisioni, corrisponderà ad una sensibile diminuzione anche della catena di stakeholders.
Perdita di servizi capillari: i centri di revisione che potranno resistere si aggregheranno attorno ai centri dove si trova il maggior bacino di clientele, lasciando scoperte le aree periferiche;
Sicurezza a rischio: La revisione è un passaggio fondamentale per la sicurezza stradale. La mancanza di centri di revisione diffusi sul territorio, potrebbe portare a un calo della quantità dei controlli – sebbene obbligatori per legge – con un aumento del rischio di incidenti causati da veicoli non in regola.
Aumento costi: Le aziende vedranno crescere il costo del lavoro dei Responsabili tecnici in quanto diventati “merce rara” indispensabile per garantire il funzionamento del centro. Almeno per un periodo di tempo.
Il mercato delle revisioni subirà un grande cambiamento in poco tempo.
Qualora la strada consapevolmente tracciata dalle autorità che normano il settore, di voler ridurre i centri di revisione e le figure delegate a sovraintendere la sicurezza stradale – in questa chiave è pensata la funzione dell’Ispettore delle Revisioni – ed anche con la prospettiva di dividere le cariche tra “proprietario del centro” e “ispettore”, come già accaduto per i veicoli pesanti, si prevede un’oscillazione mercatistica molto forte: concentrata su una larga filiera e in un breve specchio temporale.
In sintesi un terremoto.
Si ritiene quindi necessario da parte degli Organi competenti un’urgente introduzione di misure cautelari, anche di carattere temporaneo, che possano dilatare maggiormente l’avvento di questi scenari descritti e quindi di poterli gestire al meglio anche con l’introduzione di nuove soluzioni future.
Sono proposte che potrebbero potenzialmente essere attuate attraverso una mera direttiva ministeriale, senza dover ricorrere al più complesso lavoro legato alla conferenza stato-regioni.
Riteniamo ci si debba concentrare su questi temi.
Ad oggi ogni area della motorizzazione predispone un numero arbitrario di sessioni d’esame annuale (dati 2023):
Sebbene i risultati degli allievi di Formek siano molto positivi, in generale a livello nazionale la possibilità per gli studenti di tentare più appelli all’anno aumenta potenzialmente il numero di nuovi ispettori immessi, oltre a decongestionare le sessioni d’esame.
Questo anche in virtù del fatto che è stata recentemente introdotta la scadenza del corso dopo 3 anni: per molti già da quest’anno scadrà, seppur abbiano potuto tentare un massimo di 4 appelli.
Al fine di poter valutare la preparazione dei candidati in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale e per ogni sessione, sarebbe auspicabile dare luogo ad una commissione d’esame formata da persone altamente competenti sia nella materia delle revisioni , sia nella somministrazione di prove d’esame.
Questo anche con la finalità di:
Nel 2023 il Miur ha introdotto una nuova e significativa riforma dell’assetto scolastico italiano.
Al fine di poter verificare con puntualità i requisiti degli studenti occorre pubblicare una tabella di convergenza tra i titoli richiesti per l’ammissione al corso e i diplomi esistenti.
Oggi per potersi iscrivere al corso occorre aver già maturato , al momento di avvio del corso, 3 anni di esperienza lavorativa in particolari settori di mercato.
Richiedendo 3 anni di esperienza al momento dell’iscrizione all’esame, si potrebbe ampliare la platea , ma anche ottimizzare la partecipazione ai corsi.
Se lavori da 10 anni nelle revisioni, ma non ha il titolo di studi pertinente ti è tolta la possibilità di frequentare il corso.
Sarebbe auspicabile ripensare a questa metrica di valutazione, concedendo a particolari situazioni di poter superare il requisito scolastico se impiegato come tecnico sulla linea di revisione da un periodo temporale congruo.
Il divario che si sta generando tra il numero di attività imprenditoriali e il numero di Ispettori, rende necessario un nuovo ripristino temporaneo del Sostituto tecnico.
Così come per altro già avviene nel settore delle Pratiche Automobilistiche: affine per certe caratteristiche al nostro settore di mercato, in quanto anche in quel caso l’agenzia può operare solo se presente il Responsabile o appunto un sostituto per un determinato lasso di tempo.
Questo concederebbe: